14/10/07

 

The mind of the beholder

Percepire è fondamentalmente tracciare dei confini. Differenziare insomma, e decidere. Se non lo facessimo la vita sarebbe nebbia, farlo taglia via continue parti di sè.
Per farlo ci affidiamo a leggi che ricordano vagamente gli apriorismi kantiani, le ha formalizzate la psicologia della gestalt e ricordo che all’uni mi chiedevo che senso avesse chiedersi perchè vediamo quello che vediamo, insieme a pagine intere di illusioni ottiche che un po’ mi affascinavano e un po’m’inquietavano.
Oggi mi sono imbattuta in questa illusione che nemmeno avevo riconosciuto come tale da tanto mi sembrava evidente che la rotazione fosse antioraria. Ne è seguita una delirante discussione col mio compagno, a cui ovviamente il movimento pareva inequivocabilmente orario, con una sbigottita incomunicabilità che avrebbe reso felice Bergman.
Ho fissato l’immagine fino a farmi venire mal di stomaco e quando ormai avevo deposto le armi, da uno sguardo di sbieco ormai distratto finalmente è balzata fuori l’Altra, la visione che non vedevo, la prospettiva che non c’era. Rasserenata dall’unità recuperata ho salvato l’immagine che da ferma ha rivelato la sua prepotente ambiguità manifestando l’evidenza del bias: la ballerina può sembrare alternativamente di fronte o di spalle, un po' come Veltroni, e scegliere una o l’altra verità è la nostra proiezione di realtà.
Questo propedeutico esercizio d'inversione prospettica mi ha palesato che Rosy Bindi è l’uomo più a sinistra del partito democratico e che le magnifiche sorti e progressive di questo democratico astro nascente riformista non mi riguardano. Primarie comprese.

09/10/07

 

Aprendimos a quererte

No soy un libertador. Los libertadores no existen. Son los pueblos quienes se liberan a si mismos.


Non mi sono mai consentita la tamarrata della maglietta col che. Oggi mi concedo questo post. Hasta siempre.


05/10/07

 

Berserksgangr

Oggi a Bisegna fiaccolata per gli animali uccisi nel parco d'abruzzo. Intanto la taglia per individuare i responsabili del crimine è a 35000 eurini. Credo che quella prole di meretrici che si trastulla avvelenando esemplari (non abbastanza) protetti inizi a cogliere che gli conviene girare rasente al muro.

02/10/07

 

La fabbrica dei mostri

Quando mi hanno detto che avrei insegnato matematica ho pensato subito che non era proprio la mia collocazione, che io ancora a sommare a mente numeri con tre cifre un po’ incespico eh. Poi mi son detta vabbè, tanto son topi, siamo nella primaria, echessarà mai?
Solo che a me un po’ piace farci della poesia sopra, che sennò a star lì a contare in avanti e indietro e di lato tutta la mattina pare di stare all’ufficio catasti. Poi a me di quella aritmetica da ragionieri o da salumieri non me n’è mai fregata un’emerita cippa e allora spesso preferiamo giocarci un po’ e farci i nostri trip alla alice-in-wonderland. Non avevo però considerato che da nani si è più recettivi delle spugne, quindi adesso è all’ordine del giorno ritrovarsi all’intervallo ad assistere a dialoghi come questo:
Topo1 no ma è che con due numeri primi puoi sempre fare un pari
Topo2 si ma come fai a sapere che è proprio sempre così, che tanto i primi sono infiniti e non sai quando e dove arrivano?
Topo1 eh...si chiama regola...
Topo2 ma è così anche quando arriva l’apocalisse della matematica?
Topo1 non esiste l’apocalisse della matematica
Topo3 se veniva l’apocalisse della matematica poi spariva l’universo
Topo2 e perchè?
Topo1 perchè lo 0 senza l’1 non può governare
Topo3 si ma perchè resta solo lo 0?
Topo2 ho capito io! Quando arriva l’apocalisse della matematica c’è solo lo 0 perchè non c’è più niente perchè se ci rimaneva anche solo una cellula di qualche alieno di qualche pianeta allora avevi un 1 e tutta la matematica era di nuovo in ordine.
Ora i miei interrogativi nell’ordine sono:
se i miei alunni si drogano e chi gliela vende;
se quello che ha teorizzato che lo stato iniziale iniziale antecedente al tempo di Planck aveva tutti i numeri quantici conservati uguali a zero fosse un bambino di nove anni;
quanto ci metterà Fioroni a silurarmi.

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