15/03/09

 

Raggi d'inverno

Che ci sono volte che arriva l’inverno ed è più lungo e più freddo che mai e ti rintani come una marmotta con una zampa rotta, e cercando di mantenere la stessa dignità che manifesterebbe qualsiasi animaletto del sottobosco ti avvolgi di silenzio perché i lamenti ti hanno sempre esasperato e perché anche parlare e pensare e scrivere e sorridere fa male quando arrivano quegli inverni lì.
E provi a raccontarti che passerà, come faceva la nonna quando ti sbucciavi il ginocchio, ma non ti credi e poi non te ne frega niente perché domani non è mica oggi.
Finchè, inaspettato, tra le ossa ed i pensieri doloranti s’insinua uno sguardo tenero che si posa sul caos che ti attornia e sul vento che spazza via gli anni e sulla fatica che ti tende i muscoli e allora pensi che forse sì, forse passerà.

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