31/12/06

 

Buoni propositi

Anche quest'anno conto di rispettare le tradizioni e perdermi nell'ordine: il messaggio del presidente alla nazione, il concertone da Vienna, il tiggì coi tuffi ottuagenari nel Tevere e i botti da todo el mundo, il pranzo, il tramonto del primo giorno dell'anno e svegliarmi con un terribile cerchio alla testa. Tanti auguri a tutti.

23/12/06

 

The ghost of christmas past

La consueta celebrazione del solstizio d’inverno si sta trascinando nuovamente la sua nevrotica alacrità e il suo carico di significati storicamente stratificati come in una sezione geologica.
Personalmente sono vagamente irritata da quella somma di pacchetti che si accumulano ineluttabili sussurrando motteggi alla mia idiosincrasia verso l’entropia ma confesso una compulsione maniacale alla decorazione dell’abete. Venni introdotta da bambina a questo rituale misterico da mia madre, gironzolavo attorno alla tavola con i festoni argentati comprati alla standa portati a mò di boa di struzzo mentre lei apriva i rami e m’insegnava la cura nel posizionare le decorazioni. Ore spese in gesti inutili, un mandala postmoderno e futile in cui ancora mi cimento ogni dicembre, con un livello di perizia ormai quasi professionale ed un pantone assolutamente rigoroso. Ecco, per me l’abete è un po' giardino zen e un po' cordone ombelicale, immagino sia anche questo che sono le tradizioni. Possono dividere e possono unire, nel dicembre del 1914 ebbero la fortunata ventura di avvicinare gli schieramenti nemici in quella che viene ricordata come la tregua di Natale.

15/12/06

 

Dies nefas

Quando ancora le chiamavano udienze ne usufruivo come discente. Pensavo di odiarle. Ancora non sapevo cosa significa odiare.
Ora si chiamano colloqui con le famiglie. Dopo dieci minuti desideri sniffare colla, dopo un'ora vedi la madonna di fatima che ti porge una wakizashi, dopo due ore speri che l'universo imploda in una singolarità quantica, alla quarta ora sei convinta che sia successo davvero.
Nel frattempo tenti maldestramente di stabilire una comunicazione reale, fondata su dati reali e su persone reali e lontana dal valzer delle proiezioni. E ti consoli pensando che altrove qualcuno viene licenziato perchè non è in possesso di dati empirici sull'esistenza di babbo natale.

11/12/06

 

Che la terra ti sia greve.

Avevo circa 7 anni e mi spiegarono che mi avrebbero presentato un nuovo compagno di giochi. Mi spiegarono che era cileno, io non avevo idea di dove fosse il Cile. Mi spiegarono che avrebbe vissuto per alcuni mesi con i miei zii perchè i suoi genitori erano profughi, io non avevo idea di cosa fosse un profugo. Mi spiegarono che suo padre era uno degli Inti Illimani, e quelli sapevo benissimo chi erano perchè mi facevano dueppalle così a tutti i festival dell’unità.
L’incontro fu un fiasco, mi trovai dinanzi un coetaneo con due occhi come due fanali, arrabbiato e triste. Restammo seduti a lungo, la barriera linguistica era superata solo dalle invettive con cui tentava di comunicarmi la sua storia. Mimava fucili e morti, ripeteva “Pinochet boia, Pinochet muerte”. Tornai a casa perplessa e chiesi a mia madre perchè quel bambino odiasse tanto pinocchio.
Per me è il primo ricordo in cui il mondo fiabesco infantile si scontra con quello reale. Lui questa fortuna non l’ha avuta. Lo rividi poche altre volte, ma non ricordo un sorriso in quei fanali.
Dietro il minuscolo cerchio dell’affetto dei tuoi cari, Augusto José Ramón Pinochet Ugarte, c’erano miriadi di occhi come quelli che oggi osservavano la tua dipartita. Buon viaggio.

07/12/06

 

Comincia tu vecchio scroccone

Ricordo che nei primi anni '90 così titolava Cuore, commentando un'esternazione in cui l'avvocato Agnelli lamentava nel popolo italiano una scarsa predisposizione alla parsimonia.
Il settimanale di resistenza umana non ha resistito al nuovo millennio, ma il titolo è sempre attuale. Secondo il presidente di confindustria in questo paese ci sono troppi fannulloni, e la responsabilità ça va sans dire è della pubblica amministrazione.
Uhm, sì, l'esortazione di Cuore è forse becera, ma la trovo appropriata ad un'analisi così pecoreccia del tessuto socioeconomico italiano, degna dei migliori film dell'ex consorte di Luca Cordero.

05/12/06

 

Versione 4.0

Questo blog entra oggi negli anta. Ed è una bella sensazione. Sapevatelo.

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