29/10/08

 

Ardesia for dummies

1955: vengono approvati i novissimi programmi per la scuola elementare, meritano di essere letti perché fa rabbrividire che si possa provare nostalgia per una scuola che “ha, per dettato esplicito della legge, come suo fondamento e coronamento l'insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica.” Se tutta questa gaiezza del fanciullo che compita le sue letterine sull’abbecedario è il vostro progetto sociale prendetevi delle scimmiette da ammaestrare e lasciateci lavorare.
1971: primo colpo al maestro unico. Le trasformazioni sociali e l’esigenza di garantire pari opportunità conducono alla possibilità di formare classi con un tempo scuola di 40 ore. Se pensate che il vostro piccino stia troppo tempo a scuola significa che potete permettervi una tata e un isititutore, pagateli e lasciateci lavorare.
1974: la partecipazione. Un decennio e più di confronti porta al primo atto del processo di svecchiamento, i decreti delegati limitano la decisionalità verticale e introducono organismi che consentono a insegnanti, famiglie e territorio di partecipare alle decisioni sulla vita scolastica. Se, come il presidente della commissione cultura, rimpiangete l’antica gerarchia arruolatevi e lasciateci lavorare.
1977: l’integrazione. Vengono destituite le classi differenziali per consentire agli alunni svantaggiati di crescere in un ambiente socialmente ed affettivamente eterogeneo e stimolante. Se apprezzate i ghetti fatevi vedere da uno bravo e lasciateci lavorare.
1985: la teoria. Due decadi di confronti hanno condotto a curricoli che tutti noi addetti ai lavori riconosciamo come i migliori mai partoriti dal dialogo pedagogico. Articolano saperi più complessi e adeguati ai tempi ed introducono la necessità di una pluralità di insegnati e di un allungamento del tempo scuola per curare con più efficacia l’attività didattica. Vengono sostenuti da un piano di aggiornamenti senza uguali e che forma la classe insegnante più preparata a memoria di lavagna. E’ consigliato leggerli per confrontarli con quelli del maestro unico, anche se non li capite magari lasciateci lavorare.
1990: la pratica. Come previsto dai programmi dell’85 si attua la riforma. In ogni classe collaborano 3 insegnanti che si articolano su 3 macroaree definite linguistica, scientifica e antropologica mentre continua per circa un lustro il megapiano di formazione. Se pensate che sia inutilmente dispendioso probabilmente non avete figli o li avete mandati in una privata, quindi lasciateci lavorare.
Qui fermo la breve cronistoria chè comincia la parabola discendente. Prima sussurrato e poi gridato il leit motiv diviene bambole-non-c’è-una-lira e tutte le iniziative posteriori al 1995 sono intrise di tagli e risparmi, la scuola diviene progressivamente un luogo fisico ed interiore sempre più trasandato e sempre più sorretto dalla buona volontà di singoli sempre più stanchi. Unica controtendenza alle economie è l’assunzione sottoscritta dall’ex ministro Moratti di 15000 insegnanti di religione scelti e formati dalle curie diocesane. Per il resto nebbia, il modello per la cui difesa si sta manifestando viene smantellato a tranci e ciò che ora vorremmo salvare ne è solo la pallida imago. Ma è meglio di niente, quel niente che ora chiamano nuovo e che puzza tanto di vecchio. Se lo avete capito aiutateci a lavorare.

Comments:
Salvo i Decreti Delegati, che sono una farsa come il resto di simulacro di strutture rappresentative nelle scuole, quoto tutto. BTW forse ti interessera' sapere che nel Foglio di sabato scorso c'e' un articolo di una pagina contro la reintroduzione del maestro unico.
 
Sono una farsa nè più nè meno di quanto lo siano tutti gli strumenti democratici. Come sempre dipende dagli attori, e in questi giorni di Obamania non sembrano poi male.
Comunque, se tu non fossi un paccaro Pro, avresti potuto portarmi questa eutopia che narri essere il foglio del sabato.
 
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