15/03/09

 

Raggi d'inverno

Che ci sono volte che arriva l’inverno ed è più lungo e più freddo che mai e ti rintani come una marmotta con una zampa rotta, e cercando di mantenere la stessa dignità che manifesterebbe qualsiasi animaletto del sottobosco ti avvolgi di silenzio perché i lamenti ti hanno sempre esasperato e perché anche parlare e pensare e scrivere e sorridere fa male quando arrivano quegli inverni lì.
E provi a raccontarti che passerà, come faceva la nonna quando ti sbucciavi il ginocchio, ma non ti credi e poi non te ne frega niente perché domani non è mica oggi.
Finchè, inaspettato, tra le ossa ed i pensieri doloranti s’insinua uno sguardo tenero che si posa sul caos che ti attornia e sul vento che spazza via gli anni e sulla fatica che ti tende i muscoli e allora pensi che forse sì, forse passerà.

06/11/08

 

Beer lusconi

Confesso di essere molto invidiosa della recente dimostrazione di vocazione democratica statunitense ma non è che le ripercussioni sulla mia vita in particolare o sulla politica italiana in generale mi siano palesi.
Cioè, noi continuiamo a doverci tenere Wartere che ora canta vorrei la pelle nera e questa inqualificabile destra bagaglina, col premier che afferma che Obama è abbronzato e Gasparri che la considera una battutona simpaticissima, tantotanto buffa e degna di quei buffoni che sono.
Ma allora perchè stanno rosicando così indecorosamente?

29/10/08

 

Ardesia for dummies

1955: vengono approvati i novissimi programmi per la scuola elementare, meritano di essere letti perché fa rabbrividire che si possa provare nostalgia per una scuola che “ha, per dettato esplicito della legge, come suo fondamento e coronamento l'insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica.” Se tutta questa gaiezza del fanciullo che compita le sue letterine sull’abbecedario è il vostro progetto sociale prendetevi delle scimmiette da ammaestrare e lasciateci lavorare.
1971: primo colpo al maestro unico. Le trasformazioni sociali e l’esigenza di garantire pari opportunità conducono alla possibilità di formare classi con un tempo scuola di 40 ore. Se pensate che il vostro piccino stia troppo tempo a scuola significa che potete permettervi una tata e un isititutore, pagateli e lasciateci lavorare.
1974: la partecipazione. Un decennio e più di confronti porta al primo atto del processo di svecchiamento, i decreti delegati limitano la decisionalità verticale e introducono organismi che consentono a insegnanti, famiglie e territorio di partecipare alle decisioni sulla vita scolastica. Se, come il presidente della commissione cultura, rimpiangete l’antica gerarchia arruolatevi e lasciateci lavorare.
1977: l’integrazione. Vengono destituite le classi differenziali per consentire agli alunni svantaggiati di crescere in un ambiente socialmente ed affettivamente eterogeneo e stimolante. Se apprezzate i ghetti fatevi vedere da uno bravo e lasciateci lavorare.
1985: la teoria. Due decadi di confronti hanno condotto a curricoli che tutti noi addetti ai lavori riconosciamo come i migliori mai partoriti dal dialogo pedagogico. Articolano saperi più complessi e adeguati ai tempi ed introducono la necessità di una pluralità di insegnati e di un allungamento del tempo scuola per curare con più efficacia l’attività didattica. Vengono sostenuti da un piano di aggiornamenti senza uguali e che forma la classe insegnante più preparata a memoria di lavagna. E’ consigliato leggerli per confrontarli con quelli del maestro unico, anche se non li capite magari lasciateci lavorare.
1990: la pratica. Come previsto dai programmi dell’85 si attua la riforma. In ogni classe collaborano 3 insegnanti che si articolano su 3 macroaree definite linguistica, scientifica e antropologica mentre continua per circa un lustro il megapiano di formazione. Se pensate che sia inutilmente dispendioso probabilmente non avete figli o li avete mandati in una privata, quindi lasciateci lavorare.
Qui fermo la breve cronistoria chè comincia la parabola discendente. Prima sussurrato e poi gridato il leit motiv diviene bambole-non-c’è-una-lira e tutte le iniziative posteriori al 1995 sono intrise di tagli e risparmi, la scuola diviene progressivamente un luogo fisico ed interiore sempre più trasandato e sempre più sorretto dalla buona volontà di singoli sempre più stanchi. Unica controtendenza alle economie è l’assunzione sottoscritta dall’ex ministro Moratti di 15000 insegnanti di religione scelti e formati dalle curie diocesane. Per il resto nebbia, il modello per la cui difesa si sta manifestando viene smantellato a tranci e ciò che ora vorremmo salvare ne è solo la pallida imago. Ma è meglio di niente, quel niente che ora chiamano nuovo e che puzza tanto di vecchio. Se lo avete capito aiutateci a lavorare.

25/10/08

 

Senilità

Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno.
Ossia?

In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a
cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente
ferito....
Gli universitari, invece?
Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle
università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a
tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino
i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le
città.
Dopo di che?
Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle
ambulanze dovra sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri.
Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e
mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magisirati
li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche
quei docenti che li fomentano.
Anche i docenti?
Soprattutto i docenti.
Presidente, il suo è un paradosso,no?
Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì
Intervista a Francesco Cossiga, 23-10-2008, il Resto del Carlino.
Nonostante tutta la stima che nutro nel potere dell'alzheimer ho dovuto verificare sulla carta per credere che l'avesse detto davvero.
Ora ho un piccolo motivo in più per essere a Roma il 30 ottobre, tanto non sono più una ragazzina. E peccato ormai l'ex presidente non meriti menzione nemmeno su uno striscione, chè è da una vita che vorrei scrivere con lo spray Kossiga con la k.

10/09/08

 

Ardesia ardente

Allora, io insegno alle elementari da dieci anni e mia cugina pure, solo che lei è inglese. Insomma, fa 6 ore in più alla settimana, ha più o meno le mie stesse ferie, prende 3 volte il mio stipendio e ha la mitica lavagna elettronica, che è sempre stata il mio wet dream e quando lo confessavo ai miei bambini loro mi guardavano affascinati e pensavano che ero proprio brava a raccontare le favole, che mica mi credevano che esisteva davvero, e poi anche mia cugina si vedeva che non mi credeva quando le dicevo che la mia era una blackboard vera nel senso che era proprio black. Mi guardava soppesando la mia eventuale appartenenza al mondo civilizzato e mi chiedeva ridendo se intendevo quelle in cui si scriveva col gesso e quando le rispondevo che sì era quella e che a volte il gesso era razionato perché non c’erano i soldi per ricomprarlo subito, lo vedevo eh che non era convinta.
Ecco, il punto è abbastanza chiaro. Alla scuola servono soldi.
Tu puoi anche abbattere con un colpo di luger alla nuca 50.000 maestri, mi pare eticamente discutibile ma la riforma non è un pranzo di gala. Puoi raccontare che con l’eredità del salario di quei 50.000 pezzenti donerai stipendi europei ai rimanenti 850.000, risanerai l’alitalia, salverai la finanziaria, mi comprerai quei cavolo di computer per l’aula informatica e magari anche i gessi (la lavagna elettronica proprio no eh?), riparerai il tetto, acquisterai un set di contenitori tupperware, sconfiggerai la fame nel mondo e incrementerai il tempo pieno del 50%, puoi raccontare che una persona sola è più produttiva di tre, che questa è una coincidenza, che nei grembiulini si compie la democrazia, che la contrattazione è abolita, che un bambino che gestisce tranquillamente 2 genitori, 4 nonni, 3 zii, un criceto e 2 insegnanti di scuola materna poi quando compie 6 anni e arriva alle elementari si disorienta se ha più di un maestro, che si stava meglio quando si stava peggio, che si può migliorare l’insegnamento eliminando il 20% delle ore di lezione, che tu sai curvare lo spaziotempo e dire frangipane senza muovere la lingua.
Quello che non puoi fare è il bene della scuola, perché per riuscirci bisogna avere la polvere del gesso addosso. O almeno ascoltare chi ce l’ha.

02/09/08

 

Exercices de style

...non metto i link che con il sole vedo male il maus.
Arte, questa è dannatissima arte. Io il link lo metto, che tanto sono all'ombra di un tedioso meriggio prequel di un radioso primo collegio docenti dell'anno. E non rosico, no no no.

28/08/08

 

Fumo di Londra

Rimango convinta che se Greenwich fosse a Londra, come una ristretta minoranza sostiene, sarebbe raggiungibile in qualche modo che non sia camminare sotto al Tamigi osservando con sospetto le infiltrazioni. Ad ogni modo la passeggiata mi ha consentito di farmi ritrarre con espressione pirlesca sul meridiano più colonialista del globo, raggiungendo la sayeret felafeli impegnata in una vivace discussione sul valore artistico dei bicchieri d'acqua, interrotta proprio quando prometteva di vertere sul dibattutissimo tema della sessualità delle schiere angeliche dalla necessità di non perdere l'ultima corsa fluviale, che attraversava le vestigia dell'imperialismo dell'età moderna fino al suo epicentro. La sera ha sciorinato cibi caraibici, rum in tutte le sue possibili manifestazioni terrene e una panoplia di chiacchiere che andava dalla a di afghanistan alla z di zibellino.
Il giorno dopo il carnevale di notting hill cominciava presto e, anche se una sequela di imprevisti e di sticazzi ha rallentato il piano di marcia, abbiamo impavidamente attraversato cortine fumogene di porchetta e psicotropi nonchè scenari apocalittici di pogatori invasati, sambiste depresse e varia umanità, non senza conseguenze dato che a fine giornata nell'inminoranza manor individuavo sembianze antropomorfe nelle prese di corrente e non distinguevo una mensola da un gatto, stato che non mi ha ovviamente impedito di apprezzare come di consueto il cibo brit.
La mattina seguente, mentre io tornavo tra applepies, cavalli, conigli selvaggi e villages of the damned nella fin troppo amena green belt, altri si recavano alla Tate traendone evidente ispirazione.
Per gli organizzatori è in corso il processo di beatificazione, quelli che c'erano si sono confermati una compagnia brillante e piacevole as usual e quelli che non c'erano dovrebbero rosicare più compostamente.

02/08/08

 

Cronache tirreniche

Dopo una giornata a Scarlino e una all'Elba cominciamo a scendere verso sud. Giannutri e il Giglio sono due splendidi megascogli che svettano selvatici davanti a quell’isolotto mancato dell’Argentario a rammentargli la sua bellezza pre-agnellica. Ci fermiamo in rada a Giannutri tra rocce arbusti e qualche pino e i polmoni ringraziano quell’aria salmastra incurante delle varie antropizzazioni di transito. Nuoto tra pesci e ricci mentre il sole tramonta, di notte, tra birrette, penne al dente e partite a marafone, sorge un’enorme luna vermiglia e si alza un vento forte che colora i miei sogni con intense ansie da disancoraggio.
Ripartiamo, ma vento e mare non han voglia di mostrarsi ospitali, scelgo una darsena di riparo a casaccio sul portolano, attratta dalla sua forma uterina e dal nome di uno degli imperatori che fecero grande Roma. Il porto è ben curato ma avvolto nel nulla che l’aurelia reca con sé.
Ripartiamo accompagnati da mare e vento intensi, a sinistra scorre la costa laziale senza manifestare particolari attrattive. Osservo distrattamente Fregene e Fiumicino attendendo la manifestazione del Tevere e dell’isola sacra, ma vedo solo frangiflutti, aeroplani, petroliere in fila al largo e onde alte. Ormeggiamo in una darsena dal pretenziosetto nome di porto di Roma, rutilante di quel coattume che solo l’hinterland dell’urbe sa offrire. Ci assegnano un posto inferiore di un metro del necessario e al suono di  venghi venghi sbrindelliamo un parabordo e una canna da pesca, fondamentalmente un bilancio estremamente positivo.
Il giorno dopo l'equipaggio, compatto meno una, risponde entusiasta all'imperativo fantozziano del gitone nella città eterna con una scaletta da urlo comprensiva di fori, altaroni, fontanoni, cupoloni e magnata  trasteverina, io li seguo con sopracciglio snobbish e mi rifugio a trarre boccate di ossigeno e di birra nel tinello di Rosa.
Raggiungiamo quelle perle di roccia delle pontine, il paese di  Ponza, che dal mare appare un mosaico dai toni confettosi, si rivela la solita promenade di zeppe, oli solari e  aperitivini.
Ventotene invece mi dispone subito di buon animo, più aspra e salmastra ha un’atmosfera scabra e malinconica vagamente bretone, le tinte delle case sono consunte dalla salsedine e i gabbiani razzolano, i fondali sono meravigliosi anche per il mio galleggiamento sgangherato e mi consentono di amicare con i pesci. Pinnando a caso percorro una fenditura in una  roccia incrostata di viola e di arancio e dopo pochi metri sott’acqua mi trovo in una serie di micropiscine indecise se appartenere al mare o alla terra, mi ci fermo insieme al tempo e considero seriamente la possibilità di trasformarmi in anemone di mare.
La navigazione verso Ischia è ventosa e pensosa, per un paio d'ore mi cimento dignitosamente con la cima del gennaker e verso sera mi appollaio a prua, il vento e la prospettiva rendono la forma delle vele delle barche all’orizzonte simili ad enormi onirici uccelli marini, immobili e giganteschi guardiani silenti in un de chirico mai dipinto.
Ischia si manifesta accogliente come sempre e meno caotica del solito, mentre a Capri mi colpisce quanto sia facile trasformare il paradiso in lounge bar. Al molo nemmeno la notte e  lo sciabordio del golfo possono chetare il suono dei generatori di pacchianate da un fottio di zeri. Il giorno dopo sguazzo con poca convinzione tra faraglioni giri turistici grigliata inclusa e yacht con eliporto, nel tardo pomeriggio si riparte verso ischia in una meravigliosa navigazione di spruzzi di onde, vento e tramonto. La notte, alla fonda davanti a S.angelo, è un cliché da carosello napoletano, acqua calmissima, refolo di ponente, spicchio di luna, luci del paese che si rifrangono e canzuncelle partenopee provenienti da terra, apprezzando l'evidente sforzo di regia dell'ente turistico mi abbandono alle onde ed al sonno.
Da domani si comincia a ritornare.

04/05/08

 

Guerra incivile

Devo dire che dal basso del mio reddito da lavoro dipendente e popcorn alla mano mi sto gustando non poco questo valzer delle foglie di fico che danzano nell’aria di una primavera per me socialmente deludente.
Eserciti di stimabili partite iva che tuonano dai pulpiti sull’apocalisse prossima ventura con una veemenza inversamente proporzionale alla dignità della loro evasione, diritti societari che minacciano orde di rapitori pronti all’azione grazie alla lista e-mulata dei redditi 2005, il club di topolino dei quadri che brandisce una spada fiammeggiante in difesa dell’inalienabile sacerrima privatissima privacy, quella vestale che gli garantisce di condurre i loro suv su strade che tentano di non pagare, transitando dinanzi ad ospedali che non vorrebbero finanziare e a scuole cui vorrebbero non contribuire.
Per ciò che mi concerne gradirei che non solo tutti gli imponibili fossero consultabili on line, ma ci venissero anche stampati in fronte. Renderebbe inutili tutti quei contorsionismi finalizzati ad ostentare lo status e agevolerebbe ciò che la legione degli evasori teme molto più di quanto sospettassi: la pernacchia del vicino.

28/03/08

 

Primavere elettorali

Marzo 2006





Marzo 2008



Perchè i due grafici mi fanno venire in mente pac man inseguito dai fantasmini?

Elezioni 2008. Io sono qui. E tu dove sei?



25/03/08

 

Blogs4tibet

Il colosso cinese ha gestito la sua transizione verso l’economia di mercato con un’estrema accortezza politica (quella che mancò alla Russia, per intenderci) tristemente (e secondo molti analisti necessariamente) fondata sul controllo repressivo dei conflitti sociali e politici. Ultimamente pare che la Cina stia considerando con una disinvoltura appena meno scellerata la questione dei diritti umani, ma di sicuro il governo di Pechino non può nè vuole permettersi aperture verso le spinte autonomiste che già hanno frammentato tanti stati former comunisti.
Le pressioni internazionali potrebbero molto per una disponibilità, seppur parziale, verso le richieste tibetane, quindi nei limiti del nulla che possiamo mi associo a quest'iniziativa di un manipolo di usenettari.





14/03/08

 

Qu'ils mangent de la brioche!

In effetti quello a fianco raffigurato è uno dei programmi di governo più in linea col proprio spirito che il cavaliere inesistente abbia mai presentato. Ed anche uno dei più realistici.
Mica come la carta straccia del pd, scollegata dai reali bisogni di un paese composto in larga parte da soubrettine anelanti ad un futuro da desperate housewives shopaholic e intrallazzoni nostalgici.

12/02/08

 

Cronache marziane

(ANSA) - ROMA, 12 FEB - Il celebre cabarettista di un'emittente privata nazionale fonda una lista elettorale col medesimo nome ed effetto fisiologico di una nota marca di yogurt. Il Lactobacillus Sporogenes afferma in un comunicato stampa di essere intenzionato ad agire per vie legali per tutelarsi dal conseguente danno d'immagine.

09/02/08

 

The dark side of the rainbow

Mio cuggino mi ha detto che se fai partire thedarksideofthemoon contemporaneamente al terzo ruggito del leone della MGM nel magodioz la musica segna perfettamente tutta la struttura narrativa, insomma che questi due mostri sacri della cultura popolare del XX secolo in generale, e mia in particolare, sono sincroni. Secondo me il tizio che si è messo lì a guardarsi il film con sotto i pink floyd è lo stesso che si è guardato ogni fotogramma di star trek dando i numeri e che si è ascoltato tutti i led zeppelin al contrario aspettando che satana gli parlasse. Sarebbe un innocuo nevrotico se spesso non decidesse di occuparsi di altro zompandosene fuori con le prove del complotto del 9-11 e amenità del genere.
Gli è che ci costruiamo razionali, ma il nostro sistema operativo è profondamente, misteriosamente e meravigliosamente ana-logico. Quello che Zio Sigmund definì processo di pensiero primario. Nasciamo nel sogno e nel simbolo, collegando percezioni distanti, cercando regolarità nel caos, stabilendo leggi e sperando che funzionino.
Poi il processo primario riemerge dalle nebbie dell’es collegando con percorsi tutti suoi enti distanti e diversi e difformi. A volte è intuizione e a volte è delirio. E’ il sonno della ragione, può generare mostri, ricette di cucina, divinità, poesie, la formula del benzene, o più semplicemente un bel video come questo, che stanotte ho guardato enne volte col volume a palla.


29/01/08

 

Il piave mormorò "ritorni lo straniero!"

Mi associo all'accorato appello rilanciato da Mmax e Annarella. Orsù fratelli, è il belpaese che lo chiede.

Fratelli Europei: Invadeteci

SOS Invadeteci!

PS. Nell'eventualità sia lecito scegliere la nazionalità dell'aggressore, gradirei cantar la marsigliese. Graaazie.


27/01/08

 

Noi che viviamo sicuri...

"La nostra fatica è stata dimenticare". Mia madre oggi se n'è uscita così e sono stata tentata di accusarla di insensibilità, ma la voce tradiva un eccesso emotivo, segno chiaro di uno sforzo abbastanza vano. Ho sospeso il giudizio, io non c’ero in quel momento in cui europei divoravano europei come crono i suoi figli.
Rosa mi ha tirato in ballo per contribuire ad una virtuale biblioteca della memoria; confidando che i più celebrati tra romanzi e saggi vi appartengano di diritto lo sguardo mi è caduto sulla variante di Luneburg.
Un romanzo che parla di scacchi per parlare dello sterminio è una roba strana, abbastanza da richiamare l’”assurda precisione” di cui parla Primo Levi, il più grande qua ad aver dedicato la vita all’enorme fatica di non dimenticare.
In un paio di pagine c’è una narrazione abbastanza limpida del dolore di quello sgretolamento della realtà in cui l’intera esistenza si deforma e si liquefà come acqua ragia su un dipinto. Per sopravvivere all’assenza di senso si deve riuscire a produrne uno, che ripari, che trasmetta, che sappia di buono; credo sia questo che rende impossibile una giornata dell’oblio.
Passo il virus del ricordo a Pangloss, a Ipazia, a Rael, a Toni a MagisterPN a Namib e all'intero blogroll.



22/01/08

 

Mood

In effetti è da un po' che mi sento come il gatto di Schroedinger. O come il governo Prodi.

01/01/08

 

Libri morbillo

Via Ipazia approdo in questo sonnacchioso primo pomeriggio dell’anno su anobii e mi bagno nelle calme acque della carta di rebound dal web. Cerco e aggiungo alla rinfusa libri ma mi stufo presto, quasi mai le edizioni sono giuste, le mie sono spesso talmente ingiallite da non avere codice a barre e a volte nemmeno -mirabile dictu- isbn, ma hanno sul retro prezzi in lire a cifre nostalgicamente commoventi. Le mie edizioni vengono da un altro universo, quello in cui leggevo ancora.
Con una lentissima progressione inesorabile la mia giovanile compulsione alla lettura si è rarefatta, ma in quel tempo in cui il mio rapporto col tempo era sano i miei libri erano me; li infilavo rapida e assorta nell’anima come perline in un filo, alla ricerca dei librimorbillo, quelli che quando li finivi ti sentivi diversa come dopo una convalescenza. Ricordo il primo morbillo come il primo amore, era Uno, nessuno e centomila e avevo dodici anni. E poi via tutti gli altri morbilli in rapida sequenza, la Luna e i falò, lo Steppenwolf, la Fondazione, gli Ossi di seppia, Dune, le Memorie di Adriano, il Viaggio al termine della notte. E i grandi amori, Omero e Kerouac e Wilde e Stendhal e Nietzsche e Kafka e Marquez e Voltaire e Bradbury e Goethe e i millemila altri e i saggi e i fumetti che così elencati poi per forza li guardi e sorridi, così diversi che ti fanno sentire un patchwork.
Sono un mosaico, iniziato dalla voce di mio padre che a volte mi leggeva guidogozzano o zvanìpascoli per scacciare il buio e farmi addormentare quando la mia presenza nel mondo era talmente giovane che ancora quei segni neri non avevano senso, un mosaico che ora chiede nuove tessere. Buon anno a tutti noi.

14/10/07

 

The mind of the beholder

Percepire è fondamentalmente tracciare dei confini. Differenziare insomma, e decidere. Se non lo facessimo la vita sarebbe nebbia, farlo taglia via continue parti di sè.
Per farlo ci affidiamo a leggi che ricordano vagamente gli apriorismi kantiani, le ha formalizzate la psicologia della gestalt e ricordo che all’uni mi chiedevo che senso avesse chiedersi perchè vediamo quello che vediamo, insieme a pagine intere di illusioni ottiche che un po’ mi affascinavano e un po’m’inquietavano.
Oggi mi sono imbattuta in questa illusione che nemmeno avevo riconosciuto come tale da tanto mi sembrava evidente che la rotazione fosse antioraria. Ne è seguita una delirante discussione col mio compagno, a cui ovviamente il movimento pareva inequivocabilmente orario, con una sbigottita incomunicabilità che avrebbe reso felice Bergman.
Ho fissato l’immagine fino a farmi venire mal di stomaco e quando ormai avevo deposto le armi, da uno sguardo di sbieco ormai distratto finalmente è balzata fuori l’Altra, la visione che non vedevo, la prospettiva che non c’era. Rasserenata dall’unità recuperata ho salvato l’immagine che da ferma ha rivelato la sua prepotente ambiguità manifestando l’evidenza del bias: la ballerina può sembrare alternativamente di fronte o di spalle, un po' come Veltroni, e scegliere una o l’altra verità è la nostra proiezione di realtà.
Questo propedeutico esercizio d'inversione prospettica mi ha palesato che Rosy Bindi è l’uomo più a sinistra del partito democratico e che le magnifiche sorti e progressive di questo democratico astro nascente riformista non mi riguardano. Primarie comprese.

09/10/07

 

Aprendimos a quererte

No soy un libertador. Los libertadores no existen. Son los pueblos quienes se liberan a si mismos.


Non mi sono mai consentita la tamarrata della maglietta col che. Oggi mi concedo questo post. Hasta siempre.


05/10/07

 

Berserksgangr

Oggi a Bisegna fiaccolata per gli animali uccisi nel parco d'abruzzo. Intanto la taglia per individuare i responsabili del crimine è a 35000 eurini. Credo che quella prole di meretrici che si trastulla avvelenando esemplari (non abbastanza) protetti inizi a cogliere che gli conviene girare rasente al muro.

02/10/07

 

La fabbrica dei mostri

Quando mi hanno detto che avrei insegnato matematica ho pensato subito che non era proprio la mia collocazione, che io ancora a sommare a mente numeri con tre cifre un po’ incespico eh. Poi mi son detta vabbè, tanto son topi, siamo nella primaria, echessarà mai?
Solo che a me un po’ piace farci della poesia sopra, che sennò a star lì a contare in avanti e indietro e di lato tutta la mattina pare di stare all’ufficio catasti. Poi a me di quella aritmetica da ragionieri o da salumieri non me n’è mai fregata un’emerita cippa e allora spesso preferiamo giocarci un po’ e farci i nostri trip alla alice-in-wonderland. Non avevo però considerato che da nani si è più recettivi delle spugne, quindi adesso è all’ordine del giorno ritrovarsi all’intervallo ad assistere a dialoghi come questo:
Topo1 no ma è che con due numeri primi puoi sempre fare un pari
Topo2 si ma come fai a sapere che è proprio sempre così, che tanto i primi sono infiniti e non sai quando e dove arrivano?
Topo1 eh...si chiama regola...
Topo2 ma è così anche quando arriva l’apocalisse della matematica?
Topo1 non esiste l’apocalisse della matematica
Topo3 se veniva l’apocalisse della matematica poi spariva l’universo
Topo2 e perchè?
Topo1 perchè lo 0 senza l’1 non può governare
Topo3 si ma perchè resta solo lo 0?
Topo2 ho capito io! Quando arriva l’apocalisse della matematica c’è solo lo 0 perchè non c’è più niente perchè se ci rimaneva anche solo una cellula di qualche alieno di qualche pianeta allora avevi un 1 e tutta la matematica era di nuovo in ordine.
Ora i miei interrogativi nell’ordine sono:
se i miei alunni si drogano e chi gliela vende;
se quello che ha teorizzato che lo stato iniziale iniziale antecedente al tempo di Planck aveva tutti i numeri quantici conservati uguali a zero fosse un bambino di nove anni;
quanto ci metterà Fioroni a silurarmi.

27/09/07

 

Noblesse oblige

Negli ultimi giorni quattro persone mi hanno fatto notare che "stò blog è ora di aggiornarlo". Devono essere quei quattro ip che mi trovo nelle stats ogni tanto.
Gironzolo e vedo che dopo clEMENTE e il grullo ora è arrivato pure lui.
Diciamocelo, la bloggosfeva è diventata infvequentabile.

07/07/07

 

Sky's the limit

Non ho niente da dire ma siccome mi piace la data di oggi voglio postare lo stesso. Ne approfitto quindi per salutare chi ieri notte mi ha consegnato una nuova dipendenza come da foto allegata. Ciao, bastarda.
Mai amato l’enigmistica e tutti quei sarcazzi di rompicapo in realtà, troppo pigra. Però questo almeno per ora è tossico. E lo è come lo sono gli stereogrammi e tutte quelle situazioni in cui dopo un tempo indefinito in cui ti muovi come il topo di skinner nel suo labirintino, improvvisa ti coglie la vertigine del salto dimensionale. Tutto diviene chiaro quando abbandoni il pezzettino di realtà preesistente, l'universo ti sembra un caos di frattali e tu ti senti come un Saulo di Tarso damascato in miniatura. Gli operatori del settore lo chiamano insight, qua lo si chiama trippino endogeno.

06/07/07

 

Fiat (de) lux

La cinquina e il maggiolone sono tra le due più belle auto che siano mai state prodotte, sembrano due fumetti, ti aspetteresti di vederle sfrecciare a paperopoli e sembra impossibile che siano intimamente legate a ai nomi dei due demiurghi della peggior carneficina del ‘900.
Sono design concepito nel tempo culturale che intercorre tra la sagrada familia e le notti di cabiria, non potevano non essere geniali.
Sono concetti nati nella vecchia modernità dell'industrializzazione del tardo-fordismo e del neorealismo, non potevano non essere vincenti.
Ora hanno preso l’auto più bella che avessero mai prodotto, l’hanno copiata e la vendono a 10500 eurini base. Hanno scelto l’azienda a cui vorrebbero assomigliare e hanno affermato di volerla copiare. Per lo spot hanno preso un sacco di pezzi di filmati, li hanno copiati e incollati. E poi dice che si è ispirato allo slogan “think different”? Ma think e basta non sarebbe già un successone?

17/06/07

 

Quoto

Ci andrei, infine, perché in quella piazza romana, oggi, nessuno chiederà di negare diritti altrui in favore dei propri. Nessuno vorrà promuovere un Modello penalizzando gli altri. Non sarà una piazza che lavora per sottrazione, come quella rispettabile ma sotto sotto minacciosa del Family Day. Sarà una piazza che vuole aggiungere qualcosa senza togliere nulla.
Nessuna "famiglia tradizionale" si è mai sentita censurata o impedita o sminuita dalle scelte differenti di altre persone. Nessun eterosessuale ha potuto misurare, nel suo intimo, la violenza di sentirsi definire "contro natura". Chi si sente minacciato dall'omosessualità non ha ben chiaro il concetto di libertà. Che è perfino qualcosa di più del concetto di laicità.

Quotare Michele Serra è sempre stato facile.

15/06/07

 

Azdora inside

Amo i francobolli di storia inconsapevole che colgo con la coda dell’occhio nei luoghi e nelle persone, la polvere sulle bottiglie di vino in cantina, l’eco di trascorse migrazioni nelle parole consuete, i percorsi di oggi che ricalcano quelli di ieri; confesso ad esempio un’insana passione per le strade romane, eoni fa costrinsi un antico boyfriend a percorrere centinaia di km fino all’estremità del mare del nord solo perché la strada su cui ci trovavamo si chiamava caledonian road.
Della secolare appartenenza allo stato pontificio qui in romagna sono rimaste scarse tracce, le prime due che mi balzano alla mente sono il ricordo di mio nonno che ogni nove febbraio andava in un campo col fucile a sparare tre colpi in aria per celebrare l’anniversario della repubblica romana e questa ricetta:

STROZZAPRETI
Più o meno si fa una fontana con la farina e poco sale e ci si versa dentro l’acqua, si osserva un po’ quel modellino di un lago vulcanico attendendo che emerga prepotente il desiderio di cacciarci dentro le mani come si faceva da bambini nel fango o nella creta e si impasta con le dita ricolme di tutto il gusto e l’allegria di chi sa regredire consapevolmente alle proprie fasi predipiche, il rito termina quando la palla d’impasto rimanda un’idea di omogeneità e compiutezza e viene stesa in una sfoglia (ma anche no) molto spessa da cui si tagliano piccoli pezzetti da modellare con quel medesimo ancestrale movimento dei palmi con cui si preparano i colombini per la ceramica.
L’unica volta che mi dilettai in questa preparazione fu due anni fa per l’elezione di razinga, ora la posto come auspicio per domani.

27/05/07

 

Il whiskey torbato dentro di me, la legge morale sopra di me

Eugenio non è solo una persona intelligente ma è anche uso recare in dono orkney single malt e libri. Da oggi però gli ho scoperto un difetto, oltre a quello di essere ingegnere. È il tipo che punta un dito con candore per affermare che il re è nudo. Beh si effettivamente non è proprio un difetto, ma di certo una caratteristica poco spendibile socialmente. Insomma ha osato affermare che se ti trovi davanti ad un nazista e sei sano di mente può capitare di percepire un sordo rancore provenire dal paleoencefalo, ne consegue che dato un n di eventi in cui soggetti normodotati intersecano nazisti, c’è una probabilità x che si verifichi l’evento in cui il nazista si piglia quattro schiaffoni.
Queste sono affermazioni inaccettabili aujour d’hui. E la società civile? E la tolleranza? E il “noncondividoletueideemamifareiammazzareperchètupotessiesprimerle”? E il relativismo culturale? E la libertà della ricerca accademica? Dove li mettiamo?
Curioso che quelli che zompano su per difendere questi pilastri della democrazia siano poi i medesimi che una certa simpatia per il negazionista Faurisson probabilmente la provano, ma insomma, mica si può fare il processo alle intenzioni. Peculiare che quelli che giustamente e civilmente definiscono fascisti ed inaccettabili questi ricorsi alla violenza poi ne sappiano giustificare di ben peggiori. Grottesco che il circo barnum della sinistra antagonista non si faccia mancare nulla e in nome dell’antimperialismo si trovi a condividere il desco con militia christi e forza nuova, farneticando sui savi di sion e le torri gemelle e la lobby giudeomassonica e i rettiliani e salcazzo cos’altro.
In fondo, dinanzi a tanta maravigliosa stranezza, non trovo poi particolarmente bizzarro che quando un docente universitario organizza una conferenza per veicolare la tesi che Hitler porello nell’olocausto c’è scivolato però non voleva mica, si ritrovi il figlio di un deportato che gli molla un ceffone. Perché a volte non basta una risata a seppellirli.

12/05/07

 

Volti famiGliari

Io un po’ ci ho provato a capirli questi del family day, che mi sono persino andata a leggere il loro documento. Pensavo ingenuamente che avrei trovato qualche argomento meno d’antan che non paresse provenire da quell’Italia cattofascista del codice Rocco che prevedeva reati quali il concubinaggio, l’adulterio, l’abbandono del tetto coniugale e assolveva il delitto d’onore.
Invece no, moderano delicatamente il lessico, travestono da impegno sociale le ansie di stabilità e i traumi abbandonici, malcelano l’illusione di poter scrivere gli affetti in tavole di pietra, fingono la consapevolezza di vivere dopo il referendum sul divorzio.
Ma alla fine gli argomenti sono i medesimi...la Famiglia, il Vincolo, la Stabilità, il Patto, il Matrimonio, la Patria. Vietato facilitare il percorso di una coppia, vietato scegliersi quotidianamente, vietato commuoversi davanti alla bellezza del caos umano, vietato cercare di essere faticosamente completi. E se proprio non lo si può vietare, almeno disincentiviamolo checcazzo. Insomma anche loro sono sempre i medesimi, riconoscibili da quella paura raggelante della vita e della libertà.

08/04/07

 

Ode a Random

La sorpresa nell'uovo di pasqua è stato il mio primo branco di delfini, di cui non sarò mai abbastanza commossa. Un sentito ringraziamento alla divinità delle casualità.

07/04/07

 

Panta rei


Il mare e il vento sono fluidi strani, ti entrano dentro dolcemente, ti spiegano le loro correnti, ti riconciliano. A volte ti concedono di entrare in una rada ad ovest all’ora del tramonto proprio mentre hai nord di Paolo Conte nella mente, come se ti facessero un regalo, come se sapessero le parole per dirti che basta lasciar fluire.
Buonapasqua.

04/04/07

 

Non mi resta che bloggare

Andarsene in barca a vela all’isola d’Elba per la settimana di Pasqua può aprioristicamente sembrare una bella idea, poi però si fanno i conti con M.me Larealtà e ci si ritrova in coda sull’A1 alle nove di sera, ad impiegare tre ore per coprire il tratto tra Casalecchio di Reno e Barberino del Mugello, contornati da umide brume serali e con la scorta di piadina ormai terminata. Noi romagnoli non usiamo inoltrarci tra oi barbaroi senza razione di piadina per il viaggio, un po’ come gli elfi col pan di via. Friabile e saporita verso Ravenna, spessa e colesterolica sull’appennino, criminalmente sottile nel litorale riminese, questo rurale impasto segna il confine dell’appartenenza, traccia l’identità di gruppo e la rafforza con riti precisi che solo noi conosciamo. Ma ora credo sia giunto il momento di affidare alla scienza storiografica dati che finora avevamo rifiutato di condividere, frammenti di antropologia che temevamo il mondo non fosse pronto ad accogliere. Ebbene sì, l’accusa era fondata, il rituale dell’impasto della piadina di pasqua prevede l’utilizzo del grasso di un bambino bolognese. Toaff ci ha fregato l’idea.

31/03/07

 

La fattoria degli animali

Bagnasco dixit: nel momento in cui si perde la concezione corretta autotrascendente della persona umana, non vi è più un criterio di giudizio per valutare il bene e il male e quando viene a cadere un criterio oggettivo per giudicare il bene e il male, il vero e il falso, ma l'unico criterio o il criterio dominante è il criterio dell'opinione generale, o dell'opinione pubblica, o delle maggioranze vestite di democrazia - ma che possono diventare ampiamente e gravemente antidemocratiche, o meglio violente - allora è difficile dire dei no, è difficile porre dei paletti in ordine al bene.

Le pecore si son date all'autogestione da 138 anni e i pastori sono ancora lì che non la mandano giu. E un rimpianto mi molce il cor per il caro e vecchio non expedit.
Vigiliamo e non sottovalutiamoli, che questi lo misero in culo anche ad Attila.

17/03/07

 

Paddies

E anche quest'anno abbiamo finito.
Beannachtai na feile Padraig a tutti.

13/03/07

 

il faut cultiver notre jardin

La frase, è noto, la pronuncia alla fine dell’ultimo capitolo uno che mi ha fregato il nick. A volte me la ripeto a mantra perchè sono il tipo che tende a dimenticarla.
Candido è uno tosto, uno che non si lascia disorientare da questioni di principio e, semplicemente, fa. E mica ci arriva da subito a non perdersi nei labirinti dei massimi sistemi eh, che gli tocca passarne con quel suo sguardo un po’ bovino sul mondo prima di realizzare che la politica è semplicemente il nostro alone semantico.
Il senso della chiosa del Candide è peculiarmente antitetico al qualunquistico coltivare il proprio orticello, al restringere i propri orizzonti partecipativi quando la realtà sociale è dissonante dalle nostre richieste, quando l’intorno non gioca come vorremmo e allora ci portiamo via il pallone evaffanculo.
A questa antitesi pensavo seguendo distante la recente kilombeide, terminata con l’uscita di Rosa e Ipazia dall’aggregatore, a questa ovviamente pensavo leggendo questo post.
Insomma mi pareva che Rosie&Ipa facessero un po’ di bizze tipo eioalloranongiocopiù. In fondo kilombo aveva solo accettato un premio della Islamic Anti Defamation League, ecchessaràmmai, la portavoce della IADL è un membro di Kilombo.
Poi insomma, ho cominciato ad analizzare le contiguità, dimmi i tuoi amici e ti dirò chi sei.
Ebbè, tempo due link dalla suddetta e arrivo a Disinformazione e Comedonchisciotte e -vade retro- effedieffe! Riportati da una kilombista sotto la dicitura: informazione alternativa. Alternativa all’utilizzo del sistema nervoso centrale presumo. Una rondine non fa primavera, l'ottusità si combatte con l'opposizione dall'interno e col dialogo eccheddiamine.
Tempo un link e arrivo su un altro kilombista quadrumviro (and now they were three) che nell’altro suo blog cita Blondet con la stessa frequenza con cui il parroco cita la lettera ai corinzi, e mica per confutarlo eh, sia mai. Maurizione Blondet, mica cazzi, quello cattointegralista e destrissimo che delirava di magheggi per accelerare l'avvento dell'anticristo in cui sarebbero coinvolti perfidi giudei, squallide sette plutocratiche-occultiste e financo Massimo Cacciari e la casa editrice Adelphi. Vabbè, due rondini non fanno primavera.
Tempo un link e arrivo all’Ucoi (contiguo al quadrumvirato anche per recenti siparietti rosa) che ha recentemente fatto pubblicare inserzioni in cui si paragona il sionismo al nazismo (e confesso che mentre me ne frega pochissimo di veder accusare la politica israeliana mi fa incazzare abbiscia veder minimizzare il nazismo).
Tre rondini giustamente non fanno primavera per la redazione di kilombo, ma a me bastano per pensare che rosa e ipazia non hanno fatto male ad andarsene. Avevano fatto male ad entrare. Anche questo è coltivare il proprio giardino.

06/03/07

 

the eye of the beholder

Allora, ci sono questi ricercatori che hanno individuato un algoritmo per la bellezza, non c’è trucco e non c’è inganno, funziona. Perchè stupirsene d’altronde, è da tempo che sappiamo che l’armonia risiede nell’equilibrio e che phi governa l’universo delle forme. Bellezza, rassicurante e apollinea come una statua di Fidia, come un sonetto di Petrarca, come una giornata al mare, come una città abitabile, come una velina che tace, come una regola.
La mia nonna paterna non oltrepassò mai la terza elementare e coltivò campi altrui per tutta la vita. Non ricordo di averla mai vista sorridere, nè abbigliata di qualcosa che non fosse nero. Pochi mesi prima di morire mi raccontò di quando conobbe mio nonno. Nonostante una decisa povertà lessicale quella donna sapeva raccontare. Quando apriva bocca le sue parole scarne e secche diventavano pennellate implacabili che dipingevano ed afferravano, non indulgeva nella narrazione ma fotografava con una lucidità entomologica, il suo pensiero era privo di orpelli come la sua vita. Mi narrò di una festa, e di mio nonno appena tornato dal fronte del Piave, di lei diciassettenne e impacciata e di lui trentenne e buon ballerino, colsi l’orgoglio di essere stata scelta in un ballo da un uomo tanto più adulto in mezzo a tante, lei che mai fu bella, mi narrò di un valzer. Poi commentò “non ho più ballato così” con uno sguardo un po’ sognante che mai le avevo visto. Ecco, lo sguardo di quella vecchia che mai fu nè bella nè dolce nè elegante in quel tinello illuminato dal neon fu di una bellezza folgorante. Alla faccia degli algoritmi.

22/02/07

 

Antenora

Fioroni permettendo l’aritmetica non sarebbe il mio mestiere, ma osservando i dati della votazione mi pare che le scelte dei traditori della patria rossieturigliatto siano state piuttosto irrilevanti. Se entrambi i senatori avessero sostenuto la risoluzione i voti favorevoli sarebbero stati 160 ma il quorum sarebbe salito a 161. Se viceversa non si fossero affatto presentati i voti favorevoli sarebbero stati 158 e il quorum 159. Insomma, è da aprile che sappiamo che al senato basta un battito d’ali, un raffreddore, una pinzillacchera e la maggioranza salta.
Quindi resta solo un principio inderogabile di responsabilità secondo cui ogni membro dell’unione dovrebbe sentirsi chiamato al sostegno al governo, chè l’alternativa ormai ci è nota. Chissà che un terreno di confronto così impervio come questa legislatura non riesca a dare lezioni di coesione a quella torre di babele che è la sinistra italiana. Questo sì che sarebbe il vero miracolo italiano.

11/02/07

 

Congiunture astrali

Rimugini migliaia di clessidre dentro di te, pensando che quella sabbia sia solo tua. Pezzi di spirito che rifuggono ogni sguardo.
Poi nella stessa giornata due donne, figlie della stessa terra e di tempi diversi, t’inchiodano con un’unica domanda inaspettata, di quelle impudiche e secche e vere che ti centrano come un bersaglio impagliato. Sorridi alle casualità e al tuo svelarti al mondo e ringrazi l’equazione che porta questa landa spersa di trattori e filari e appennini e biciclette a partorire sguardi acuti come spilli montati su cuori troppo generosi per non doversi nascondere un poco. Ringrazi gli occhi che ti riportano a casa per dirti che va bene così.

02/02/07

 

Tengo famiglia

Mi ricordo che ai tempi dell’impeachment di Clinton io un po’ mi banfavo che qua nella vecchia Europa continentale stè cose è difficile che succedano, che qua l’immagine pubblica e quella privata sono cose distinte, che qua non si pensa certo che se uno gradisce una fellatio estemporanea poi non è in grado di governare un paese e che tantomeno quel paese gli chiederebbe di renderne conto.
Mai avrei creduto che il recente siparietto degno delle migliori performance del duo Mori-Celentano avrebbe avuto tanto credito chez nous. Invece mò scopro che la veronica addirittura mi diventa un’icona della dignità femminile, sobriamente upper class ça va sans dire.
Insomma questa si sposa un sciur Brambilla imbottito di dinèr che c’ha nei confronti delle donne la medesima signorilità e la stessa nonchalance di un film dei Vanzina, eppercarità è stralegittimo, che quando ti tocca pagarle se non sono intelligenti magari è pure meglio. Transita dalla carriera di attrice a quella di fattrice, e pure su questo checcefrega a noi se vuol dedicarsi todo el dìa all'ikebana e alla ceramica e alla sorveglianza delle nannies, cavolo se lo può permettere. Poi dopo tot anni sbotta...pubblicamente! Vabbè, in Italia siamo scafati e avvezzi ai bizantinismi, ovviamente ci si aspetta che sia palese che son manovre orchestrate dai rispettivi uffici stampa nonchè legali, che a farsi mantenere tutta una vita poi ci si prende il vizio e che condividere il talamo con uno che ha lo stesso sense of humour di Bombolo non ha prezzo e per tutto il resto c’è mastercard. Ci si aspetta che un coro di spernacchiamenti si levi come una sola voce.
E invece no. L'opinione pubblica a scomodarsi a prender posizione, che c’ha ragione lui o che poverina lei. E la dignità dell’angelo del focolare immolato al sacrificio sull’altare della famiglia, e lui che simpatico mascalzone, e lei che candido giglio.
Stè cose facevano un po’ avanspettacolo persino quando le leggevi con testo a fronte nelle vicende olimpiche di Hera e Zeus, traslate nel menage postmoderno fan solo tristezza, ma quando t'imbatti in alcune postfemministe de noantri che vi ravvisano dei topoi della questione femminile fan proprio incazzare. Insomma anche oggi mi tocca dar ragione a Rosa, porcomondocoatto.

27/01/07

 

Cazzeggiando...

Un sentito vaffanculo a Rosa e Mmax, pusher del cazzeggio. Che poi nemmeno avevate avvisato che si può volare. E io che stavo appena uscendo dalla dipendenza di WoW. Come metadone credo tenterò questo.
(PS... Rosa lossò che sembro la barbie, ma ho ancora problemi per l'editing delle facce e questo è il miglior risultato possibile considerando che di default sembravo un viado dopo un overdose di botox).

25/01/07

 

Esercizi di stile...

Secondo me, 'sti due, son due geni.

23/01/07

 

Marketing

Il soggetto è una chiesa di campagna, la foto è di oggi. E' colpa dell'effetto serra o la CEI ha assunto un nuovo consulente d'immagine?

20/01/07

 

Suffragetta inside

Uno splendido post di Rosa, ovvero una breve cronistoria sulla lenta metamorfosi del/i movimento/i per i diritti femminili da soggetto pragmaticamente politico con una cornice di riferimento unicamente fondata sulla necessità della simmetria e reciprocità nei rapporti interpersonali prescindendo dall’identità di genere ad una corrente culturale esoterico-tribale che onanizza sulla grande madre e le monde en rose e (brrr...last but not least) l’essere donna. La chiosa finale è l’unica risposta possibile a chiunque voglia ricondurre l’identità di qualcuno nel recinto di una qualsivoglia gaussiana: tenetevi l’autocoscienza e garantitemi la par condicio sui turni al ferro da stiro e sull’accesso ai vertici professionali. Poi sulla poligamia ce la giochiamo, chè magari la poliandria non è un’opzione da scartare a prescindere.

17/01/07

 

Figlie di un super-io minore

Ieri sera Ipazia mi ha provocatoriamente girato la proposta di postare il nostro log di icq-gossip. Ho tentennato un po’, altalenando tra la consapevolezza che siamo due comari bastarde e marxiste e la mia incapacità ad abbandonare un guanto di sfida. Poi ovviamente ha prevalso la seconda componente, non fosse che al momento dell’invio il server di blogger ha deciso di abbandonarmi. E allora ho valutato che era un segno del destino, che siamo due acide stronze dietrologhe (ok ipa, parlo per me) e che spesso possono essere davvero la passione o la sorellanza o i legami a muovere gli eventi, che qualche coincidenza non è sufficiente a pensare che si possa manovrare e pugnalare un’amica per la propria carriera politica. Eddai, dopo queste considerazioni io mi sentivo più stronza ma il mondo mi sembrava un posto migliore. Poi oggi giracchio per la bloggosfera e considero che c’avevamo azzeccato. E ora autoreferenzialmente mi chiedo quanto il mio nick mi si attagli.

31/12/06

 

Buoni propositi

Anche quest'anno conto di rispettare le tradizioni e perdermi nell'ordine: il messaggio del presidente alla nazione, il concertone da Vienna, il tiggì coi tuffi ottuagenari nel Tevere e i botti da todo el mundo, il pranzo, il tramonto del primo giorno dell'anno e svegliarmi con un terribile cerchio alla testa. Tanti auguri a tutti.

23/12/06

 

The ghost of christmas past

La consueta celebrazione del solstizio d’inverno si sta trascinando nuovamente la sua nevrotica alacrità e il suo carico di significati storicamente stratificati come in una sezione geologica.
Personalmente sono vagamente irritata da quella somma di pacchetti che si accumulano ineluttabili sussurrando motteggi alla mia idiosincrasia verso l’entropia ma confesso una compulsione maniacale alla decorazione dell’abete. Venni introdotta da bambina a questo rituale misterico da mia madre, gironzolavo attorno alla tavola con i festoni argentati comprati alla standa portati a mò di boa di struzzo mentre lei apriva i rami e m’insegnava la cura nel posizionare le decorazioni. Ore spese in gesti inutili, un mandala postmoderno e futile in cui ancora mi cimento ogni dicembre, con un livello di perizia ormai quasi professionale ed un pantone assolutamente rigoroso. Ecco, per me l’abete è un po' giardino zen e un po' cordone ombelicale, immagino sia anche questo che sono le tradizioni. Possono dividere e possono unire, nel dicembre del 1914 ebbero la fortunata ventura di avvicinare gli schieramenti nemici in quella che viene ricordata come la tregua di Natale.

15/12/06

 

Dies nefas

Quando ancora le chiamavano udienze ne usufruivo come discente. Pensavo di odiarle. Ancora non sapevo cosa significa odiare.
Ora si chiamano colloqui con le famiglie. Dopo dieci minuti desideri sniffare colla, dopo un'ora vedi la madonna di fatima che ti porge una wakizashi, dopo due ore speri che l'universo imploda in una singolarità quantica, alla quarta ora sei convinta che sia successo davvero.
Nel frattempo tenti maldestramente di stabilire una comunicazione reale, fondata su dati reali e su persone reali e lontana dal valzer delle proiezioni. E ti consoli pensando che altrove qualcuno viene licenziato perchè non è in possesso di dati empirici sull'esistenza di babbo natale.

11/12/06

 

Che la terra ti sia greve.

Avevo circa 7 anni e mi spiegarono che mi avrebbero presentato un nuovo compagno di giochi. Mi spiegarono che era cileno, io non avevo idea di dove fosse il Cile. Mi spiegarono che avrebbe vissuto per alcuni mesi con i miei zii perchè i suoi genitori erano profughi, io non avevo idea di cosa fosse un profugo. Mi spiegarono che suo padre era uno degli Inti Illimani, e quelli sapevo benissimo chi erano perchè mi facevano dueppalle così a tutti i festival dell’unità.
L’incontro fu un fiasco, mi trovai dinanzi un coetaneo con due occhi come due fanali, arrabbiato e triste. Restammo seduti a lungo, la barriera linguistica era superata solo dalle invettive con cui tentava di comunicarmi la sua storia. Mimava fucili e morti, ripeteva “Pinochet boia, Pinochet muerte”. Tornai a casa perplessa e chiesi a mia madre perchè quel bambino odiasse tanto pinocchio.
Per me è il primo ricordo in cui il mondo fiabesco infantile si scontra con quello reale. Lui questa fortuna non l’ha avuta. Lo rividi poche altre volte, ma non ricordo un sorriso in quei fanali.
Dietro il minuscolo cerchio dell’affetto dei tuoi cari, Augusto José Ramón Pinochet Ugarte, c’erano miriadi di occhi come quelli che oggi osservavano la tua dipartita. Buon viaggio.

07/12/06

 

Comincia tu vecchio scroccone

Ricordo che nei primi anni '90 così titolava Cuore, commentando un'esternazione in cui l'avvocato Agnelli lamentava nel popolo italiano una scarsa predisposizione alla parsimonia.
Il settimanale di resistenza umana non ha resistito al nuovo millennio, ma il titolo è sempre attuale. Secondo il presidente di confindustria in questo paese ci sono troppi fannulloni, e la responsabilità ça va sans dire è della pubblica amministrazione.
Uhm, sì, l'esortazione di Cuore è forse becera, ma la trovo appropriata ad un'analisi così pecoreccia del tessuto socioeconomico italiano, degna dei migliori film dell'ex consorte di Luca Cordero.

05/12/06

 

Versione 4.0

Questo blog entra oggi negli anta. Ed è una bella sensazione. Sapevatelo.

26/11/06

 

De lo Contratto Sociale

Ennò non facciamo scherzi. Vi chiedo umilmente scusa se la placca ateromatosa che la mia compulsione alla nicotina sta lentamente formando nelle mie arterie un giorno vi arrecherà delle spese (sorvoliamo sul dettaglio che vendermela vi ha procurato un discreto profitto), vi capisco, il prezzo delle coronarografie è ormai alle stelle. Mi genufletto se la mia allergia ad ogni attività sportiva vi costringerà in un futuro mi auguro remoto ad ordinare qualche antipertensivo in più a qualche benefica organizzazione farmaceutica (ma le mie trattenute stipendiali contavate fossero tutte a fondo perduto?). Viggiuro che mi sento così in colpa da star considerando l’ipotesi di spiaggiarmi a Cesenatico come un cetaceo impazzito per sollevarvi da questi oneri futuri.
Ma il paternalismo de’sinistra vi prego... No! Quello mi fa proprio venire le bolle, poi con quale scusa mi fate pagare gli antistaminici?

24/11/06

 
Webmisteries

Occhei, sarà un po' stucchevole ma a me stò pezzo piace. Poi lo spot della xbox che lo abbina a scene di gears of war è fantastico. Allora qualcuno sa spiegarmi perchè non l'ho trovata nè su itunes nè sull'outoflaw onagro e ho dovuto salvarmela tra i preferiti di youtube?

 

Ecce Mmax

Non intendo ostentare la falsa modestia di chi afferma di non parlare mai di ciò che non conosce. A me capita spesso anche perchè dovrei altrimenti tacere spesso. Ma il mio pudore sa ancora riconoscere un limite, quindi di Israele e della Palestina e di questa guerra infinita non parlo effettivamente mai. E' davvero un argomento umano-troppo-umano, troppo vero dolore, troppa morte, troppa difficoltà nel districare i torti dalle ragioni, troppo importante per tutti per essere liquidato nelle mie quotidiane conversazioni da bar sport.
Mmax è uno che come tanti per quel conflitto si spende. Se tutti sapessimo avere la sua umanità nello sguardo quel conflitto non esisterebbe nemmeno. Per cui oggi posso parlare di medioriente, lasciando parlare lui.
Prigioniero della notizia

11/11/06

 

Politically uncorrect

Seguendo distrattamente alcune web-bagatelle m’imbatto in considerazioni sulla potente vena emancipatoria del Quran e rimango un po’ perplessa. Glisso, la consuetudine a considerare la volontà divina uno strumento per la legittimazione sociale e la costruzione identitaria non mi consente di esprimermi su nessuna delle liste interminabili di norme e regole che il demiurgo di turno ha dettato al primo visionario di passaggio e sulle quali il sacerdote più accorto ha imparato a surfare con agilità felina. Rimescolando versi e canti e parole tutto può essere dimostrato dell’imperscrutabile disegno cosmico.
Il punto rimane che qualsivoglia sacra rivelazione presuppone degli interpreti certificati e indiscutibili. E che proprio per questo da pochissimi secoli in codesta area geografica si è deciso in maniera non incruenta di ribadire la laicità e la razionalità del vivere comune. Ben vengano quindi tutte le possibili interfacce di dialogo con tutte le comunità che sui precetti religiosi fondano la propria esistenza, anche se mi attenderei che una battaglia per i diritti delle donne Islamiche in Italia cercasse di potenziare le tutele all’interno della cornice normativa nonchè l’accesso alla fruizione delle medesime invece che perorare uno smazziamocelatranoantri.
Ma ricordiamoci anche di ribadire pliz che non esistono zone franche, e che hic et nunc l’unico valore legale di qualsiasi interazione è quello riconosciuto mediante i parametri stabiliti democraticamente. A questa piattaforma comune devono convergere tutte le nostre diversità, il resto son baruffe chiozzotte all’interno del club di topolino di turno.

06/11/06

 

Pertinacia

Un paio di giorni fa mi ero aggregata ad altri bloggers nel riportare con toni entusiastici e magari anche un po' sarcastici il concorso coadiuvato dal maggiore quotidiano iraniano, che garantiva un premio alla più sagace vignetta sul tema dell'olocausto e a cui avevano partecipato numerosi validi disegnatori europei.
Il post è sparito da questo blog e dalla sua memoria, non saprei se per merito di un'esplosione a blogspotland o di qualche simpatico umorista che conosce il nome del mio gatto. In ogni caso da brava frontale riposto nuovamente il link. Le iniziative di pace meritano sempre diffusione.
Holocaust Cartoon Contest 2006

28/10/06

 

We'll caaarry oon...

Sono nata alla fine del ’66. Considerando che la facoltà di apprezzare il rock è una delle ultime capacità che l’essere umano raggiunge, poco dopo aver raggiunto quella riproduttiva, più o meno insieme a quella di comprendere arteletteraturafilosofia e di guidare un motorino, io sono approdata all’età della ragione musicale giusto in tempo per sentirmi dire che ormai mi ero persa tutto.
I genesis senza gabriel?! I pink floyd di the wall?! Ma davvero non conosci i king crimson?! And so on... Queste le frasi che mi rivolgevano i miei amici-istitutori, con l’angolo della bocca piegato in un sorriso di sufficienza, sempre con quei pochi anni in più che bastavano a trattarmi da niubba.
In effetti il panorama degli eighties era desolante se confrontato a quello dei seventies, lasciava pronosticare scenari apocalittici che impedivano spesso di apprezzare anche ciò che di buono circolava. Poi, col suicidio di Cobain, qualcuno decretò anche la fine della musica rock, un po’ come la morte di Romolo Augustolo segna la fine dell’agonia dell’impero, eppure...
Eppure i Muse, gli Evanescence, i Coldplay, i Placebo, i Greendays, i Rammstein, i Linkin Park, i REM e gli immortali U2. Eppure oggi ho scaricato e guardato una dozzina di volte lo splendido video dei Mychemicalromance. Eppure mi ritrovo ad ascoltare con sommo piacere un sacco di gruppi, alcuni dei quali circolano da almeno una decade, gruppi che farebbero sicuramente storcere il naso ai fini intenditori di cui sopra, ma che portano me, eternamente niubba, a rimpiangere di aver ormai doppiato i 20 anni e a considerare che probabilmente passerò lo stesso il prossimo compleanno a Casalecchio ad ascoltare i Muse dal vivo.

18/10/06

 

Coincidenze

Sabato a Bologna, che itinerario consueto. Il treno è del medesimo tipo che negli anni '80 ho visto sfrecciare orgoglioso e luccicante con un’aria vagamente cosmopolita, ora declassato a iperregionale. Consueto è anche il paesaggio, la Romagna che dolcemente diviene Emilia in una sequela infinita di ruralità padana, lo osservo mentre Eugenio mi narra del 7 luglio nella City e del nuovo amore dei tories per il welfare. Stazione di Bologna, la medesima di sempre con qualche cartellone pubblicitario in più, Ipazia, armata come il giappone, col crick tiene a bada contemporaneamente un suv e una smart e guadagna un parcheggio all’ora di punta.
Passeggiamo per i portici ma la città ormai da tempo non mi sembra più la stessa, ora più che una grassa matrona di provincia sembra una taglia 42 con le rughe liftate. Due tagliatelle raffinate e un breve incontro con un tipo di Milano, Ipazia mi passa il romanzo appena pubblicato da una sua amica, coetanea e Cervese, già mi piace.
Di nuovo per i portici mi guardo attorno cercando Bologna, quella di paz e di radio alice, delle biciclette e delle sfogline, ma vedo solo Vuitton e negozi sfitti. Poi, appeso ad una colonna, un volantino “smarrita una tavola di fumetto...” con relativa disperazione e recapiti telefonici. Ecco Bologna che cova sotto la cenere, penso compiaciuta, e sorrido.
Oggi trovo il post di Lucia. Non la conosco. Visito il blog e scopro che il libro che mi ha dato Ipazia è suo. Leggo i post e scopro che anche la tavola di fumetto smarrita era la sua.
Che bei giri che fa la vita.

11/08/06

 

Souvenir de Sicilie

Come opportuna riesumazione del mio diario virtuale copincollo pezzi sulla vacanza appena terminata, argomento perfettamente autoreferenziale, kitsch e non interessante, un po’ come propinare 3 ore di diapo agli amici.

L’equipaggio è strampalato come una ridottissima armata brancaleone, uno skipper neopatentato, la sua consorte nordica ed idrorepellente ed io, che non ho mai messo piede su alcun natante.
Passiamo i primi giorni sulla costa messinese, tra maldestre orzate strambate e molte cazzate, immersi sempre in una bava di vento di pochi nodi. Inizio a prenderci gusto, il timone diviene un aggeggio meno randomico, il winch si fa meno ostico e dormire la notte nella mia microcabina cullata dalle onde è un lusso che nessun fivestar potrebbe donarmi.
Già dal terzo giorno l’enorme piacere di sentire il vento che mi trasporta nel silenzio inizia a disvelarsi e poi... poi c’è il blu, quello che mi accoglie quando il sole si fa insostenibile, grandiosamente profondo sotto e vasto attorno, immergersi al largo mi ricorda le passeggiate nello spazio vagheggiate leggendo fantascienza. Mentre si naviga il ritmo è ammaliante, composto da lentezza e silenzio. Il deserto d’acqua e la sagoma delle colline azzurre di foschia e di lontananza spingono la mente ad attribuire un senso da codice morse al riverbero del sole sulle increspature, mi diviene palese che è la bellezza che ci ha guidati all’idea del kosmos, ed anche che un giro in barca vale molti giri di sostanze psicotrope. La sera il senso della vita mi si rivela nuovamente sotto forma di zuppa di cozze, assolutamente lo stesso sugo di pomodoro che di certo servono sull’Olimpo.
Al sesto giorno di rodaggio decidiamo di avventurarci fino alle Eolie, isole dell’isola ergo isole al quadrato. Cielo terso, bella brezza, dopo 5-6 ore Lipari è a 2 km, scruto la costa per individuare le grotte da visitare col gommone (che si chiamerebbe tender ma a me fa tanto "uè pirla cala il tender") quando decidiamo di attivare il motore. Sput sput, batteria marcia, deriva, panico di un terzo dell'equipaggio. Dopo varie scazzignate il motore riparte e abbandoniamo l'idea di pernottare in rada, a prua in mezzo ai faraglioni faccio il mozzo che scruta il fondale e colgo miriadi di piccole meduse azzurre trasportate dalla corrente, un po' le invidio, nella mia prossima reincarnazione voglio rinascere invertebrato, vicino al senso delle cose e lontano dal trionfo della volontà.
Ci dirigiamo verso il molo, ancora non abbiamo terminato l'attracco e già mi tacchina un operatore, in queste vacanze tengo fede al motto di averne uno in ogni porto, che si adopera al meglio via cellulare ma la batteria che reperisce non ha gli ampere adeguati. Scarpiniamo fino in paese per rimediare la batteria e mi si apre un delirio di buganvillee, rovi di more, oleandri, ibisco e fichi d'india. Al ritorno il tramonto incendia il mare e raccolgo qualche rametto di finocchio selvatico per il sugo, purtroppo al molo tutta questa intensità è distante, sembra più un campeggio galleggiante. Mentre taglio la cipolla sento i vicini di barca che s'informano se Lucio Dalla sia già arrivato. Alzo il volume della radio per non sentire ulteriori sproloqui sui vip che frequentano le isole e continuo ad affettare mentre, puntuale ma ignaro dell'attesa, l'autore di piazza grande approda. Con gli ultimi neuroni accesi colgo la vicina di barca che urla al telefono con un'amica per informarla di avere appena visto un vip, poi sento che fibrilla alla notizia che Zambrotta è in arrivo. Chissà quanti lucidalla ci vogliono per un cannavaro?
Il giorno dopo ci si dirige a Vulcano, in rada tento la mia prima esperienza col gommone dall’esito fumettistico ed esilarante per gli astanti, consistente nel girare in cerchi concentrici e velocissimi come uno squalo cocainomane. Testarda ritento, partendo a scheggia ma almeno in linea quasi retta, ho la sensazione che le barche limitrofe si scostino lievemente spaventate al mio passaggio. Dopo una decina di minuti rasento l’impennata e lo schianto contro gli scogli, spengo tutto e pazientemente attacco a remare. Inaspettato giunge in mio soccorso uno splendido biondo dal sorriso eburneo con costumino azzurro, al galoppo su un tender bianco che mi sembra di sentir nitrire, accetto grata l’aiuto e i sorrisi e mi rammarico tra me e me di non credere più alle favole. Abbandonata ogni sorta di canotti mi dedico allo snorkeling, rimbambinendo dietro ogni esemplare della fauna ittica ed ancor più al suono delle bollicine di zolfo che mi cantano nelle orecchie vicino ad un’altra spiaggia. Durante il ritorno serotino scatto le consuete 150 foto ai faraglioni ed altrettante al cratere, chiedendomi cosa mi porti a subire così profondamente il fascino dei vulcani e dei processi magmatici.
I giorni successivi trascorrono anch’essi tra salsedine capperi onde intorti pomodori nuotate stelle vento scazzi tramonti fotografie risate fino al ritorno, fino ad ora che sono davanti al monitor, a casa, senza più l’odore del mare addosso e incazzata come una biscia per questo.

12/07/06

 

Syd has gone

You were caught on the crossfire of childhood and stardom,
blown on the steel breeze.
Come on you target for faraway laughter,
come on you stranger,
you legend,
you martyr,
and shine.
You reached for the secret too soon,
you cried for the moon.
Shine on you crazy diamond.

26/04/06

 

Fascinazioni fasciste, the day after

Questo post è indubbiamente ridondante e meno articolato rispetto a quello di Rosa ieri ma, come suol dirsi, repetita iuvant.
Il ventennio è un periodo storico di cui ho sempre subito il fascino. Le ragioni sono banali, è un momento in cui posso collocare chi ho amato e mi ha preceduto, il primo incontro che la mia generazione ha avuto con la storia, quella che sembra più vera, quella con te bambino che sentivi dire “Quando c’era la guerra...”. Insomma un periodo che, se abbiamo avuto la fortuna di vivere in mezzo ad adulti affabulatori, abbiamo imparato a percepire come vivo e caldo.
Strano momento per l’Europa intera e non solo, bagni di folla diversi ed uguali che non hanno più confini eppure li rafforzano, ogni paese lo incontra ed ogni paese ne dà la propria personale declinazione. Si è cercato in molti modi di esorcizzarlo, definendola follia, coup d’etat, volontà di pochi. Menzogne consapevoli e in parte necessarie, in attesa di una metabolizzazione ancora in atto. Chiunque l’abbia vissuto ha in qualche modo fatto i conti con le proprie responsabilità, e con la gestalt di queste hanno fatto i conti nazioni intere. Alcuni individui più di altri hanno saputo dire no, organizzandosi e rischiando. A loro tradizionalmente dedichiamo la celebrazione di ieri, al ricordo della nostra parte sana, degli antigeni di quella cultura che hanno fondato la nostra attuale.
Ieri un tal Nicholas Farrel, albionico residente nel paese che diede i natali a Mussolini, ha tuonato dalle pagine di Libero che il 25 aprile andrebbe dedicato alle truppe angloamericane, come non avessimo diritto di rintracciare nella nostra storia le radici della cultura democratica, come non avessimo esempi a cui pensare per evitare che ciò che è accaduto possa riaccadere. Codesto giornalista non è nuovo a queste uscite, così scriveva un paio di anni fa
...non ci fu una vera resistenza armata a Mussolini da parte degli italiani fino a quando l'Italia non fu sull'orlo di una disfatta totale nel 1945. A quel punto, naturalmente, siete diventati tutti, all'improvviso, partigiani.
A costui dedico quest’immagine, scattata 62 anni fa nella piazza che Mr. Farrell attraversa quotidianamente.
Pragmaticamente non ho idea dell’entità del contributo che cittadini come quelli che penzolano nella foto abbiano dato alla liberazione dell’Italia. Ho però idea del contributo che hanno dato alla liberazione degli italiani. E’ questa consapevolezza che manca a Mr. Farrell, e purtroppo non solo a lui.

23/04/06

 

Bad mood

Vabbè che l’ho appena scaricata, ma ascoltare The road per la ventiseiesima volta consecutiva non può che significare che la giornata non è delle migliori.
Checcazzo è lo spleen? Pensiamo di saperlo, senso che sfugge, ritmo che non si sente, accordi con cui non si riesce a concordare. Mi crogiolo come un cinghialetto nella sua pozzangherina, riconsiderando scelte che poi tanto lo so che erano giuste.
Poi magari un giorno ti guardi indietro e scopri che eri felice e non lo sapevi. E allora vaffanculo spleen, e intanto che ci sei vacci pure tu, Jackson Browne. Io esco.

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